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Immagine del redattoreannacardellilynch

Il potere del libro illustrato


Molti di voi ci stanno scrivendo in privato chiedendo consigli sulla scelta dei libri per i propri figli o per i propri alunni. Grazie per il vostro interesse e la vostra fiducia.


Con questo articolo vorremmo dare un’idea di quello che per noi significa usare i picture books per stimolare l’acquisizione della lingua in un contesto multilinguistico.

Ho scelto questo genere di libro perché rispondeva alle mie necessità di madre e di insegnante di lingua inglese nella scuola primaria, ma soprattutto perché mi affascina sia da un punto di vista artistico sia linguistico.





I picture books offrono un’ottima esposizione alla lingua originale senza semplificazioni. L’interazione fra l’immagine e il testo rendono il libro fruibile in modi diversi. Le immagini aiutano la comprensione, ma spesso vanno oltre raccontando una storia parallela e aggiungendo significati e particolari, volutamente non menzionati nel testo, come descritto nel mio articolo dedicato ad Anthony Browne.

Per questo motivo non possiamo fermarci al titolo e alla copertina. Se lo scegliamo per trasmetterlo ai nostri bambini dobbiamo conoscerlo profondamente, quasi a memoria e ci deve piacere.


Cos’è un picture book

Martin Salisbury, illustratore, autore e professore presso la Cambridge School of Art, Anglia Ruskin University, nell’ introduzione a Children’s Picturebooks - The art of visual storytelling- (second edition Laurence King publishing 2019) definisce i picture books una forma multimodale di comunicazione. Secondo lui un picturebook di successo è molto di più di una semplice rappresentazione artistica.


L’era del picturebook inizia a partire dalla metà del IXX secolo con R. Caldecott e K.Greenaway , Esso viene concepito come opera d’arte sia da un punto di vista dell’immagine sia dal punto di vista letterario.

Julia Donaldson, autrice del Gruffalo, sostiene che i picturebooks sono la forma più antica dello storytelling: "… Basta pensare alle incisioni rupestri nella caverne: sono essenzialmente dei picture books murali! (...) Creare un picture book è un processo complesso. Ogni singola parola ha un’importanza basilare così come le illustrazioni” continua la Donaldson ".. è come scrivere una poesia o un pezzo musicale”.


Quindi le immagini e il testo si fondono e si completano raggiungendo una capacità comunicativa più ampia attraverso diversi canali: visivo, uditivo e anche tattile. Per questo lo trovo uno degli strumenti più efficaci per stabilire un contatto comunicativo ed affettivo con il bambino fin dai primi mesi di vita. Una situazione ideale per farlo in una seconda lingua.


Perché scegliere un picture book.

Il testo

Come abbiamo già affermato in precedenza la fusione di immagini e testo è la situazione ideale per favorire la comunicazione attraverso più canali. In questo modo possiamo stimolare l’interesse di bambini che sono lettori voraci, ma anche di quelli che sono più diffidenti verso il testo scritto. Il bambino che ha problemi a decifrare la scrittura o che è troppo piccolo per farlo, è aiutato dalle immagini e può sempre apprezzare la storia narrata e illustrata nella sua completezza.

Il valore delle immagini

È fondamentale scegliere un libro con immagini di alto valore artistico.

Il culto del bello si impara fin da piccoli. Se esponiamo i nostri piccoli a questo tipo di immagini impareranno ad apprezzare l’arte facendo proprie tecniche diverse e particolari accostamenti di colori e di forme.

Lo sviluppo del linguaggio e del pensiero critico

La storia narrata occupa un posto fondamentale nella fase evolutiva del bambino. Ascoltare storie narrate o lette ed interpretate aiuta a formare il pensiero critico e a formulare discorsi complessi utilizzando frasi principali, subordinate e secondarie causali, rispettando la consequenzialità della narrazione. “Gli studi di M. Styles e E.Azirpe hanno provato che i bambini sono in grado di formulare risposte percettive e intelligenti, stimolati dalle illustrazioni e dalle storie dei picture books, prima di aver raggiunto quella fase dello sviluppo cognitivo (…) Quando i bambini parlano di un picture book attraverso un disegno o un discorso essi spesso rivelano la loro consapevolezza cognitiva, estetica ed emozionale.” (liberamente tradotto da Children’s Picturebooks - The art of visual storytelling, p. 73 )

Tutto questo può essere veicolato in più di una lingua. L’uso delle storie diventa anche un mezzo per interagire in più lingue. Non a caso nelle famiglie multilingue esistono libri in lingue diverse.


Quali libri scegliere e per quale fascia di età?

Non c’è una lista valida per tutti perché ogni situazione è a sé: ognuno ha i propri gusti, le proprie esigenze e necessità.

Il nostro compito, tramite le recensioni, sarà quello di invogliarvi a leggere sempre più libri, a fare ricerca e ad elaborare la vostra lista personalizzata in base ai bisogni e alle preferenze vostre e dei vostri ascoltatori (alunni, figli, nipoti…).

Di solito tendiamo a raggruppare i titoli per topic più che per età anagrafica. È vero che non tutti i libri sono adatti a tutte le fasce d’età, ma è anche vero che il confine non è così nitido come sembra. Bisogna conoscere molto bene il libro che vogliamo proporre e preparare il terreno adatto per il nostro pubblico.

Quando l’illustratore è anche l’autore del libro e della storia il risultato è eccezionale. Quando l’arte, intesa come scelta e uso dei colori, delle tecniche pittoriche del tratto grafico, si unisce all’arte della narrazione facendone parte integrante il risultato è strabiliante. Il bambino è esposto a diversi stimoli contemporaneamente e la lettura è a 360 gradi.


Solo per citarne alcuni classici a partire dai primi del 900: Peter Rabbit (Beatrix Potter 1902), Storie di tre uccellini (Bruno Munari 1945), Piccolo blu e piccolo giallo (Leo Lionni 1959), The Tiger That Came to Tea (Judith Kerr 1968), The Very Hungry Caterpillar (Eric Carle 1969), Where the Wild Things are (Maurice Sendak 1963), Meg and Mog (Ian Pieńkowski 1972), la fortunata serie di David McKee Elmer the Patchwork Elephant 1989...fino ad arrivare ai giorni nostri.

Ottimi risultati li ottengono anche coppie di scrittori e illustratori consolidate. Libri come questi mi seguono da decenni e spesso mi ritrovo con più di una copia dello stesso titolo.

Eccone alcuni: Winnie the Witch (Valerie Thomas and Korky Paul 1987), We are going on a Bear Hunt (Michel Rosen and Helen Oxenbury 1989), The Gruffalo (Julia Donaldson and Axel Scheffler 1999)


Come introdurre il libro

La lettura ad alta voce va preparata in anticipo e richiede tempo e costanza.

Possiamo pensare di leggere un libro ai nostri bambini (alunni, figli, nipoti) solo se ci piace davvero, perché la prima cosa e la più importante è essere in grado di trasmettere il piacere della lettura, in questo modo saranno loro a chiederne altri.

Dobbiamo credere nel potere di quel libro. Se non ci trasmette nulla non potremo trasmettere nulla ai nostri ascoltatori. L’obiettivo principale è di esporre i bambini alla lingua target in modo naturale aiutandovi con le figure per comprendere la storia.

Se al termine fanno domande o il giorno dopo chiedono di risentire la storia o di poter sfogliare il libro da soli allora il primo obiettivo è raggiunto: trasmettere il piacere di leggere usando il linguaggio delle immagini e, in questo caso, la lingua inglese.



Come usarlo in classe e quali attività possono essere svolte

Anche se lo svolgimento delle attività non è il primo obiettivo, queste possono essere utili per introdurre nuovi vocaboli o frasi e ripassarne altri.

Il fatto che le nuove parole siano contestualizzate all’interno in una storia interessante, coinvolgente e con immagini eloquenti e attraenti, raggiungono la mente del bambino utilizzando diversi canali contemporaneamente e vengono memorizzate all’interno di un contesto significativo.

Prediligerei attività di gioco individuale o di squadra dove i bambini possono utilizzare i nuovi vocaboli e strutture divertendosi e partecipando fisicamente usando le tecniche del TPR.

Libri illustrati stimolano anche la voglia di provare nuove tecniche e accostamenti di colore. Far creare le flash cards dai bambini diventa parte integrante dell’attività legata al libro e fondamentale anche per l’educazione all’immagine. Alcuni possono servire come introduzione di nuovi argomenti che verranno trattati in altri momenti. Con il Caterpillar e il Gruffalo ho sperimentato le prime lezioni di scienze e inglese quando ancora l’acronimo CLIL non era così conosciuto come oggi.


Per concludere

Siamo portati a pensare che i libri in lingua originale possano essere troppo difficili da comprendere per bambini non madrelingua. Questo perché presentano frasi principali e subordinate, verbi al passato e descrizioni ricche di aggettivi.

Se proviamo a pensare alle modalità in cui il bambino è esposto alla lingua madre fin dai primi mesi di vita non dovremmo preoccuparci più di tanto della grammatica ce lo conferma Il professor Krashen qui. Le storie in lingua originale aiutano il processo naturale di esposizione passiva alla lingua prima che venga usata in maniera autonoma (attiva).


Buona lettura e buon divertimento!















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